Due GTO in una stanza: le rare Gran Turismo della Ferrari al Louwman Museum

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Concetti automatici

Ci sono auto che ti emozionano semplicemente quando ne vedi o senti il ​​nome. "GTO" è una di queste abbreviazioni che fa battere il cuore a molti appassionati di corse. E a ragione, perché le tre lettere stanno per Gran Turismo Omologato, un titolo che la Ferrari conferisce solo alle coupé sportive più eccezionali. Chiunque voglia provare questa emozione di persona non deve far altro che recarsi all'Aia a novembre. Il Museo Louwman esporrà non una, ma due di queste rare purosangue: la 288 GTO e la 599 GTO.

La mostra fa parte del tema in corso Pitstop, dove il museo mette in luce un'auto o una coppia speciale ogni mese. Nei mesi precedenti, sono state presentate la Maserati MC12, la coppia BMW 507 e Z8 e la Lotus Esprit nella sua prima e ultima versione. Ora è il turno della Ferrari, nella sua forma più pura. La 288 GTO fu sviluppata negli anni '80 come omologazione speciale per le corse del Gruppo B, ma il progetto per la pista non fu mai realizzato. Ciò che rimase fu una leggenda stradale con un V8 turbocompresso, un motore in composito di carbonio e un temperamento ineguagliabile all'epoca. Ferrari costruì solo 272 esemplari della 288 GTO, ognuno realizzato a mano con un'attenzione al dettaglio rara persino a Maranello.

Più di vent'anni dopo, Ferrari ha lanciato la 599 GTO, un'auto che affonda le sue radici nel progetto da pista 599XX. Laddove la 288 GTO trasudava la rudezza degli anni Ottanta, la 599 GTO è un sofisticato ariete di tecnologia, con un V12 aspirato che eroga 670 CV a oltre 8000 giri/min. È una macchina pensata per domare un'auto da corsa per la strada. E tutto questo in un'edizione limitata di esattamente 599 esemplari. Con un numero così elevato di GTO mai costruito, raramente se ne vedono due esposte contemporaneamente, figuriamoci nei Paesi Bassi.

Entrando nel Louwman Museum, entrerete in un mondo in cui la storia dell'automobile diventa tangibile. Attraverso filmati e una storia personale, il museo racconta la storia di queste due Gran Turismo e il loro posto all'interno di un tema più ampio. PitstopL'idea alla base di questo tema è quella di creare una breve e coinvolgente tappa lungo il viaggio attraverso la storia dell'automobile. Non una grande mostra, ma un momento di riflessione, dove i visitatori si imbattono nella perfezione meccanica. Le GTO rappresentano un capitolo speciale in questo percorso: due generazioni, due personalità, ma un'unica stirpe.

A dicembre e gennaio, la serie lascerà il posto a una mostra invernale sugli sport motoristici nella Sala Grande. Poi, a febbraio, la successiva Pitstop svelata. Ma prima, le GTO potranno dettare il ritmo. Chiunque abbia mai sognato una Ferrari che fosse più di una semplice auto avrà la possibilità di vedere quel sogno da vicino questo mese.

La 288 GTO e la 599 GTO saranno esposte dal 4 al 30 novembre 2025 al Louwman Museum dell'Aia.


Due generazioni, una linea di sangue

De 288 GTO Fu presentata nel 1984 come versione stradale di un'auto da corsa del Gruppo B mai prodotta. Sotto le sue linee eleganti – ancora riconoscibili come la 308 GTB, ma più muscolose e larghe – si celava un V8 biturbo da 2,8 litri, capace di erogare 400 CV. Fu la prima Ferrari con carrozzeria in materiale composito e la prima a toccare i 300 km/h (186 mph). Il suo rombo al cambio di marcia è crudo, meccanico e inconfondibilmente tipico di un'epoca in cui l'elettronica era ancora un fattore secondario.

De 599 GTO, del 2010, incarna il lato moderno del concetto GTO. Costruita sulla base della 599XX, con un V12 da 6 litri all'anteriore e un cambio sequenziale al posteriore, abbina 670 CV a un telaio più leggero e preciso di qualsiasi altra Ferrari stradale fino ad oggi. Laddove la 288 GTO ruggisce e scoppietta con turbocompressori brutali, la 599 GTO ruggisce come un motore di Formula 1 purosangue dell'era pre-ibrida.

26 anni e un mondo di tecnologia separano le due auto, ma l'anima è la stessa: velocità pura e senza compromessi. Ed è proprio questo che rende la loro presenza congiunta all'Aia così speciale.

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