Dopo cinque giorni di gara, 1900 chilometri e 430 auto d'epoca, si è conclusa a Brescia la quarantatreesima edizione della Mille Miglia. Un'edizione speciale, che ha rivisitato il percorso a "otto" delle epiche edizioni prebelliche. Il viaggio ha unito simbolicamente non solo Nord e Sud, ma anche Est e Ovest, dall'Adriatico alla costa tirrenica.
Foto: Dirk Ivens
Testo: Mille Miglia, Dirk Ivens, Frank Crijns
La vittoria è andata ancora una volta ad Andrea Vesco e Fabio Salvinelli, che con la loro fidata Alfa La Romeo 6C 1750 S del 1929 ha tagliato per prima il traguardo per la quinta volta consecutiva (e la sesta in totale). Quest'anno il duo ha dovuto affrontare la dura concorrenza degli argentini Daniel Andres Erejomovich e Gustavo Llanos sulla loro 6C 1500 S del 1929. Hanno persino preso brevemente il comando alla fine della quarta giornata. Il terzo posto è andato alla coppia argentina Tonconogy-Ruffini su una Alfa Romeo 6C 1750 GS del 1931.
La Coppa delle Dame è stata assegnata per la nona volta a Silvia Marini, che ha vinto la categoria femminile su una Cisitalia 202 S MM Spider del 1947 con Irene dei Tos come copilota.
Roland Hotz e Giordano Mozzi hanno vinto il Ferrari Tribute 1000 Miglia su una Ferrari F8 Spider. Mirco Magni e Federico Giavardi hanno vinto la settima edizione della 4 Miglia Green con la loro Polestar 1000.
Un rituale di guida attraverso l'Italia
La Mille Miglia ha attraversato ancora una volta borghi, città d'arte, passi appenninici e piazze festose. Ogni tappa è stata un'istantanea dell'Italia, con il percorso che ha interessato principalmente l'Italia minore, luoghi raramente menzionati nei depliant turistici, ma che tuttavia riflettono il carattere autentico del Paese.
Dalla partenza da Viale Venezia, il corteo si è diretto a Ferrara, dove il Castello Estense ha offerto uno spettacolo magico la sera. Il giorno successivo si è raggiunta Roma, tra le altre cose, attraverso le curve del Mugello e della Val d'Orcia. Come ogni anno, la pausa pranzo in Piazza del Campo a Siena è stata uno dei momenti salienti: la disposizione ordinata e colorata della piazza storica ha offerto uno spettacolo visivo sia ai partecipanti che agli spettatori.
La terza tappa è iniziata all'alba e ha portato dalla Roma del risveglio, passando per Orvieto e Arezzo, fino all'arrivo in serata a Cervia. La carovana ha poi attraversato il cuore della Versilia, con una sosta all'Accademia Navale di Livorno e il Passo della Cisa. Il viaggio di ritorno è stato un omaggio all'entroterra italiano, passando per Cremona, Soncino e la Franciacorta. L'arrivo è stato a Brescia, dove i partecipanti sono stati accolti con musica e una standing ovation.
Purtroppo, anche quest'anno, più di 100 squadre si sono ritirate, principalmente a causa del caldo, di guasti tecnici o di collisioni. La gara è finita, ma i ricordi – le immagini, i volti, le emozioni – vivono ancora.
Emozione e precisione
Dietro le quinte, un'organizzazione perfettamente coordinata ha funzionato. Oltre 4000 persone – tra cui polizia, protezione civile, volontari, personale medico e tecnici – hanno garantito il regolare e sicuro svolgimento dell'evento.
Il convoglio in movimento era composto da:
- 83 auto organizzative e 71 auto del personale, tra cui 7 rimorchi, 10 veicoli medici, 15 auto di servizio, 10 auto tecniche, 4 veicoli spazzatrici e 19 capi posto mobili;
- 110 mezzi di comunicazione accreditati;
- 100 veicoli per ospiti e sponsor;
- 123 vetture Ferrari Tribute;
- I veicoli elettrici della 1000 Miglia Green;
- E persino auto a guida autonoma del Politecnico di Milano.
Un paese, una storia
Ogni edizione della Mille Miglia racconta la storia di un'Italia diversa. Quest'anno è stata un'Italia che ha ascoltato il rombo sommesso dei motori come una voce del passato. Lungo strade secondarie, attraverso borghi assonnati e curve solitarie tra i campi, si è vissuto un rito collettivo. I bambini sventolavano bandiere, gli anziani ricordavano Nuvolari, e nei borghi dimenticati risuonavano applausi spontanei.
Per i veri appassionati, la Mille Miglia crea dipendenza. Speriamo di esserci di nuovo l'anno prossimo.
(Le foto continuano qui sotto)
Non è un peccato che in passato fosse più accogliente, più piacevole, più economico e non fosse riservato solo ai molto ricchi?
Un po' come le Sei Ore...